La casa dei fiori selvatici: la resilienza delle donne

      La casa de fiori selvatici è il romanzo d'esordio, edito dalla casa editrice Edizioni Nord, di Mathangi Subramanian, che è stata prima insegnante e poi analista per il New York Council. Racconta la storia personale e la voglia di riscatto di 5 ragazze indiane ( Rukshana, Banu, Padma, Deepa e Joy ) in un'India in cui il progresso è ipocrita e spietato, al discapito delle fasce più deboli della popolazione.

La storia è ambientata a Bangalore, in particolare nella baraccopoli di Paradiso ( Swarga nella lingua originale ) a cui le protagoniste sono legate a doppio filo e lotteranno in tutti i modi per la sua, oltre che la loro, sopravvivenza. Se vivere in uno slum vuol dire -nell'immaginario collettivo-  desolazione, sporcizia, miseria, crimine, non è così per le coraggiose protagoniste, e per le loro madri. Ciò che trasuda dall'universo femminile di Paradiso è dignità e accoglienza.



Dignità perché nessuna si dà per vinta. Le difficoltà non sono, e non devono, essere considerati ostacoli insormontabili ma bisogna lottare, con le unghie e con i denti, per aggirarle, abbatterle, vincerle. 

Accoglienza perché nel microcosmo di Swarga si riflette il multiculturalismo indiano: non ci sono differenze, di nessun tipo. Si è uniti, aggrappati allo stesso scoglio per resistere al torrente della vita. 

Non solo. In questo romanzo vengono magistralmente affrontati temi come la disabilità, l'omosessualità e l'identità di genere. Deepa è una ragazza sì cieca ma non indifesa: sa ballare come nessuna ragazza a Paradiso e farà di tutto per continuare il suo sogno di studiare. Rukshana è lesbica. Joy una ragazza transessuale. Non c'è discriminazione; non può esserci per chi vive già ai margini della società.

Un plauso va anche alle madri - e alla nonna di Banu - delle 5 ragazze. Sole ( tranne Neepama aunty, che ha avuto la fortuna di sposare un uomo buono ) lottano per Paradiso, lottano per le loro figlie, per dare loro  un'esistenza migliore, più dignitosa. Lottano per quelle figlie femmine che la società reputa come un fardello. 

E poi c'è Janaki ma'am, la direttrice della fatiscente scuola pubblica di Paradiso, che farà di tutto per garantire l'istruzione a tutte le sue ragazze. Solo l'istruzione, dice guardando la statua della dea indù Sarasvati, è la chiave per una vita migliore. 

Sarasvati è la dea della conoscenza e delle arti, molto importante per l'induismo
Sarasvati è la dea indù della conoscenze e delle arti


E gli uomini?

Gli uomini, a Paradiso, non esistono. Sono uno spettro che si aggira fra le righe, spesse volte ubriachi e violenti. Totalmente incapaci di sostentare la famiglia, alle cui mancanze devono rimediare le donne. Pochi se ne salvano.


Il mio giudizio? Non può che essere positivo. La scrittura è cruda e tagliente, ma al contempo delicata ed emotiva. I personaggi sono molto ben caratterizzati. Niente è lasciato al caso. 

Una storia di resilienza e di riscatto.


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